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MATCH - Come rendere lo sport più inclusivo

Lo sport è uno strumento fondamentale per favorire l’inclusione sociale di tutti i giovani a rischio di esclusione sociale: rifugiati, richiedenti asilo, migranti e abitanti delle periferie che vivono in uno stato d’indigenza, i quali sono spesso costretti ad affrontare numerosi ostacoli e sfide nel corso della loro vita. Tali ostacoli, però, possono essere superati grazie a diversi strumenti fra cui lo sport, capace di aiutare le persone a migliorare la propria capacità di risoluzione dei problemi.
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Match social inclusion opportunity è un progetto dalla durata biennale, co-finanziato dal Programma Erasmus+, Partenariati di collaborazione nel campo dello Sport, teso a incoraggiare e a favorire la partecipazione dei richiedenti asilo, dei rifugiati e dei giovani ad attività sportive e promuovere un dialogo costruttivo tra diversi gruppi sociali.
Il progetto mira a creare un sistema capace di rafforzare i legami di cooperazione tra professionisti nel campo dello sport e del sociale, affinché questi possano condividere conoscenze e capacità sviluppate nell’ambito sportivo ed educativo. Seguendo quanto appreso durate la formazione internazionale sullo sport come strumento d’inclusione sociale avuto luogo a Palermo lo scorso luglio, questi professionisti avranno l’opportunità di formare dei giovani con background migratorio a divenire “educatori sportivi” durante una formazione locale a Novembre. Supportati da questi operatori giovanili e sportivi e dalle organizzazioni partner, questi ragazzi potranno mettere in pratica le competenze acquisite o sviluppate nel corso di numerose attività locali, che si svolgeranno nei sei Paesi coinvolti nel progetto (Italia, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Grecia, Paesi Bassi, Spagna): organizzazione di eventi sportivi rivolti ai giovani, riqualificazione di spazi pubblici, organizzazione dei festival antirazzisti ecc.
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Preparazione per la Formazione Internazionale – Notizie dalla Spagna

Dopo aver selezionato i giovani che hanno poi preso parte al corso di formazione internazionale di Palermo, Club Natacio Banyoles (CNB) si è riunita per discutere dei vantaggi derivanti dall’implementazione delle attività sportive come strumento di inclusione sociale ed individuare quelle più interessanti da svolgere all’interno della comunità locale.
Dopo aver informato l’organizzazione sui temi affrontati durante il corso di formazione, sono state condotte le prime ricerche in vista della pianificazione e della realizzazione dei prossimi eventi del progetto MATCH a Banyoles.
Durante tutti gli incontri il gruppo ha riflettuto sulle esperienze già messe in atto nel campo dello sport e dell’inclusione sociale nella città di Banyoles, come ‘Tarda Jove’ (Pomeriggi giovani) o ‘Futbol Net’ (Calcio pulito).
Questo processo ha portato il gruppo spagnolo a discutere sulle misure da mettere in atto per migliorare ed integrare i progetti esistenti. I partecipanti hanno ritenuto che il programma delle attività debba rispecchiare gli interessi della comunità al fine di coinvolgere un maggior numero di partecipanti.
Quest’esperienza è stata molto interessante, poiché ogni partecipante ha contribuito a far conoscere diversi aspetti dei progetti in corso, rivolti soprattutto a giovani tra 14 e 18 anni. Si è discusso, inoltre, della possibilità di estendere le attività anche a un target più maturo. È stato, pertanto, fatto notare che i programmi sviluppati finora non esplicitamente tesi ad unire i migranti alla gente del posto. Il gruppo di coordinamento spagnolo si è mostrato determinato a raggiungere gli obiettivi del progetto e introdurre nuove attività. È molto importante perseguire tali obiettivi e cercare di raggiungerli attraverso incontri interessanti, proponendo soluzioni efficaci ispirate dal corso di formazione di Palermo!
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Corso di Formazione Internazionale “Inclusive Sport”
Dal 15 al 22 giugno 2017, si è svolto a Palermo il corso di formazione internazionale organizzato dal CESIE. Al corso hanno preso parte numerosi trainer sportivi ed operatori giovanili provenienti dai Paesi partner, allo scopo di condividere e parlare delle esperienze acquisite nel campo dell’inclusione sociale, prestando particolare attenzione a buone pratiche, strumenti e competenze necessarie all’integrazione e all’inclusione sociale di rifugiati, richiedenti asilo e altri gruppi vulnerabili.
Nel corso di otto giornate molto intense, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di collaborare e condividere le loro esperienze di lavoro con richiedenti asilo e giovani socialmente svantaggiati. Inoltre, hanno svolto numerose attività, dagli ice breakers e a momenti di confronto e discussione proficui. Ogni giornata è stata arricchita da diversi eventi sociali, fra cui una cena interculturale ed attività all’aperto. Le attività più interessanti sono state quelle svolte insieme ai disabili nei vari momenti della loro vita quotidiana. I partecipanti hanno avuto l’opportunità di visitare i quartieri più disagiati di Palermo, dove le organizzazioni locali portano avanti progetti di inclusione sociale.
Nel corso dei sette giorni i rappresentanti delle diverse organizzazioni, provenienti da differenti Paesi e contesti culturali, hanno lavorato insieme, imparando l’uno dall’altro e sono pervenuti alle seguenti conclusioni:
- Lo sport è uno strumento esemplare per l’implementazione dei processi di inclusione sociale dei giovani provenienti da qualsiasi contesto sociale
- Nonostante le differenze culturali, le sfide relative all’inclusione sociale sono molto simili
- Lo sport è uno strumento atto a mettere in evidenza strategie efficaci per l’inclusione sociale
Una volta concluso il corso di formazione, i partecipanti hanno fatto ritorno nei loro rispettivi Paesi, consapevoli di essere pronti ad organizzare dei corsi a livello locale, utilizzando e condividendo le nuove conoscenze ed esperienze pratiche con i futuri educatori sportivi ed operatori giovanili.
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L’avventura di una vita - le riflessioni sul corso di formazione internazionale

Mi chiamo Yolena e vorrei esprimere la mia soddisfazione riguardo al mio soggiorno a Palermo. Durante il corso di formazione, caratterizzato da numerose attività sportive e incontri, ho conosciuto circa 30 persone con le quali ho stretto un sincero rapporto di amicizia. Il programma è stato molto intenso e prevedeva una serie di attività da svolgere tra le 9 e le 17, con una pausa pranzo e pause caffè tra una sessione e l’altra. Durante la prima giornata di corso abbiamo approfondito le basi teoriche, mentre nei giorni successivi abbiamo rivolto la nostra attenzione agli aspetti pratici, dedicandoci a giochi e altre attività. Abbiamo discusso molto dei temi relativi all’inclusione sociale e siamo arrivati alla conclusione che lo sport è lo strumento ideale per favorire l’integrazione, sia che esso sia praticato a fini agonistici che ludici.
Abbiamo anche riflettuto sul rapporto che lega l’allenatore alla squadra, discusso e condiviso idee sull’organizzazione di eventi e parlato delle differenze fra educazione formale, non formale e informale.
Durante il corso, accompagnati dall’associazione palermitana HANDALA abbiamo visitato uno dei quartieri più poveri di Palermo: lo ZEN. Per me è stata un’esperienza particolare, che non avevo mai vissuto prima e che ha lasciato il segno. Infatti, ho potuto conoscere delle persone che lavorano attivamente per migliorare la qualità della vita dei giovani e degli adulti, attraverso attività sportive e di altro tipo: credo si tratti di una pratica molto stimolante e incoraggiante. Penso che il momento di tornare a casa, però, sia arrivato troppo presto. È stato molto difficile lasciare Palermo e tornare alla vita di tutti i giorni . Ci siamo detti arrivederci, ci siamo scambiati i nostri numeri di telefono e siamo tornati ai nostri rispettivi Paesi d’origine convinti di aver vissuto un’esperienza indimenticabile.
Yolena (Bulgaria)
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Il racconto di un partecipante
Presentiamo una breve intervista con Bah David Ngu, rappresentante di Greek Forum Refugges e residente in Grecia che ha preso parte al corso di formazione di Palermo
Quali sono state le tue impressioni all’inizio e al termine del corso di formazione internazionale, tenutosi a Palermo?
Le mie prime impressioni sono state molto positive perché sapevo che avrei incontrato persone provenienti da Paesi diversi pronte a condividere le proprie conoscenze. Anch’io volevo contribuire a rendere interessante l’esperienza degli altri e alla fine del progetto mi sono reso conto di aver acquisito molte competenze relative ai temi trattati.
Che cosa senti di aver dato ai partecipanti del corso di formazione e che cosa hai ricevuto in cambio?
Penso di aver dato il meglio di me e di aver ricevuto in cambio lo stesso da parte degli altri partecipanti, l’esperienza che ho maturato ne è la prova

Una volta tornato in Grecia, come applicherai le conoscenze acquisite?
Cercherò di utilizzare e mettere in pratica le conoscenze che ho acquisito durante gli incontri del corso di formazione a Palermo, per aiutare le persone che vivono in condizioni socio-economiche disagiate, prestando particolare attenzione all’intera comunità greca.
In base alle tue esperienze personali e professionali: in che modo lo sport può essere utilizzato come strumento d’inclusione sociale per i rifugiati?
Le mie esperienze personali e professionali dimostrano che lo sport può essere uno strumento capace di favorire l’inclusione e l’integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati attraverso diverse attività quali: il sostegno alle comunità, la lotta al razzismo e alla xenofobia. Lo sport ha un grande potenziale nel favorire il dialogo interculturale e l’integrazione dei rifugiati nella società. Bisogna puntare l’attenzione sul problema dell’occupazione dei giovani, inclusi giovani professionisti, donne, atleti, e la creazione dei posti di lavoro nel settore dello sport.
Potresti condividere i tuoi ricordi più belli del corso di formazione tenutosi a Palermo?
Non riesco a smettere di pensare all’esperienza che ho vissuto a Palermo. Non so neanche quale ricordo mi sia più caro. Tutti i partecipanti hanno contribuito a creare un’atmosfera molto cordiale che ci ha fatto sentire in famiglia. Il corso di formazione è stato molto produttivo e ritengo di aver vissuto un’esperienza INDIMENTICABILE.
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Project Coordinator

Project Partners

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